Franco Pedrotti, “Il fervore dei pochi. Il movimento protezionistico italiano dal 1943 al 1971”, Trento, Temi, 1998
Franco Pedrotti è professore di Ecologia nell’Università di Camerino (Macerata). Il libro traccia una storia dei primi (pochi) naturalisti che hanno propagandato, insegnato e attuato la difesa della natura in Italia. Dello stesso autore si vedano gli altri due libri difficilmente reperibili, ma importanti: “Alle origini del Parco Nazionale d’Abruzzo”, Camerino, L’Uomo e l’ambiente, 1988; “La Società Botanica Italiana per la protezione della natura”, Camerino, L’Uomo e l’ambiente. Per informazioni su questi libri raccomando di scrivere all’autore: franco.pedrotti@unicam.it
domenica 31 luglio 2011
mercoledì 17 novembre 2010
Lo spreco
altronovecento, rivista telematica, www.fondazionemicheletti.it/altronovecento n. 5, 2001
C'è in Italia un incredibile spreco di conoscenze: solo una minima parte di quello che si scrive viene letto. Le librerie vendono per lo più i libri dei grandi circuiti commerciali e solo una piccola parte dei libri che interesserebbero i lettori di altronovecento viene stampato dai grandi editori e finisce in libreria. La maggior parte degli scritti sull'ambiente -- dal dibattito teorico politico "verde", alle informazioni ecologiche, ai resoconti delle lotte per la difesa dell'ambiente e pacifiste, alla descrizione del territorio, delle valli e delle loro alterazioni -- si trova in "libri sommersi" pubblicati dai movimenti, da piccole case editrici, talvolta dagli autori a proprie spese, ma anche da enti locali e addirittura da alcune imprese o banche. Dell'esistenza di questo straordinario patrimonio di "libri sommersi" altronovecento vuole dare notizia: in poco spazio, purtroppo, con brevi citazioni, ma, per quanto possibile, con l'indicazione di come i lettori possono procurasi tali libri, spesso gratuitamente. Alcuni titoli di questi libri potete
trovare qui.
C'è in Italia un incredibile spreco di conoscenze: solo una minima parte di quello che si scrive viene letto. Le librerie vendono per lo più i libri dei grandi circuiti commerciali e solo una piccola parte dei libri che interesserebbero i lettori di altronovecento viene stampato dai grandi editori e finisce in libreria. La maggior parte degli scritti sull'ambiente -- dal dibattito teorico politico "verde", alle informazioni ecologiche, ai resoconti delle lotte per la difesa dell'ambiente e pacifiste, alla descrizione del territorio, delle valli e delle loro alterazioni -- si trova in "libri sommersi" pubblicati dai movimenti, da piccole case editrici, talvolta dagli autori a proprie spese, ma anche da enti locali e addirittura da alcune imprese o banche. Dell'esistenza di questo straordinario patrimonio di "libri sommersi" altronovecento vuole dare notizia: in poco spazio, purtroppo, con brevi citazioni, ma, per quanto possibile, con l'indicazione di come i lettori possono procurasi tali libri, spesso gratuitamente. Alcuni titoli di questi libri potete
trovare qui.
N.Nicolini, "Il pane attossicato, Storia dei fiammiferi in Italia",1997
Nicoletta Nicolini, "Il pane attossicato. Storia dei fiammiferi in Italia", Bologna, “Documentazione Scientifica Editrice”, 1997
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Sventurati davvero perché la produzione dei fiammiferi era una delle manifatture più pericolose e nocive. I fiammiferi erano allora fabbricati tagliando dei pezzetti di legno, immergendoli in una massa fusa e fumosa di fosforo bianco e lasciando essiccare all’aria la capocchia. I fiammiferi si accendevano sfregandoli su una superficie ruvida.
Giovanni Marchesi, “Il Monte Penna"
Anna Anselmi
“Henry de Thierry,pioniere dell’industria”, Libertà, Lunedì 12 gennaio 2009
Nel libro di Giovanni Marchesi “Il Monte Penna", edito dall’Associazione Ricerche Valtaresi Antonio Emmanueli (Borgotaro), si incontra un personaggio molto interessante, Henry de Thierry, pioniere dell’industrializzazione nell’area attorno a Santa Maria del Taro, nell’800 considerata tra le più povere dell’Appennino. Prima di lui, c’erano stati altri tentativi di ammodernamento produttivo nella zona, della quale alla metà del secolo XIX era stato promosso il rilancio minerario, attorno soprattutto a Ferriere nell’alta Valnure. Gli alberi del Penna dovevano fornire il carbone di legna per la lavorazione dei metalli.
domenica 5 settembre 2010
Società degli Amici di Ronchi e Poveromo, Ronchi-Poveromo Natura e memoria
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Nella Toscana nord-occidentale c'è un rettangolo di costa, lungo quattro chilometri e largo poco più di uno, che prende il nome di Ronchi, per il suo carattere di bosco e macchia, e di Poveromo, per la presenza di un vecchio fosso scolmatore delle acque, a cui chi sa chi, ha dato questo strano nome. A chi osserva la costa dall'alto, questo rettangolo appare come una superficie verde, residuo di una successione di boschi, macchia mediterranea, dune e paludi, che si estendeva dalla foce della Magra fino a Livorno.
Col passare del tempo varie bonifiche, lo sfruttamento del legname dei boschi, le ondate successive di urbanizzazione costiera hanno tagliato e spezzettato gran parte di questo ecosistema la cui spiaggia era governata dalla forza delle onde e del vento, dal flusso delle acque e della sabbia dei tre grandi fiumi: Magra a nord, poi, a sud, Serchio e Arno. I quattro magici chilometri di Ronchi e Poveromo ancora negli anni trenta apparivano selvaggi, bellissimi e silenziosi tanto da attrarre scrittori, pittori, intellettuali. Se ne trovano tracce e ricordi negli scritti di Calamandrei, padre e figlio, di Alberto Savinio, di Prezzolini e di tanti altri.
giovedì 2 settembre 2010
Perché sommersi
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
C'è in Italia un incredibile spreco di conoscenze: solo una minima parte di quello che si scrive viene letto. Le librerie vendono per lo più i libri dei grandi circuiti commerciali e solo una piccola parte dei libri viene stampato dai grandi editori e finisce in libreria. La maggior parte degli scritti sull'ambiente --- dal dibattito teorico politico "verde", alle informazioni ecologiche, ai resoconti delle lotte per la difesa dell'ambiente e pacifiste, alla descrizione del territorio, delle valli e delle loro alterazioni --- delle opere sulla storia della tecnica e del lavoro, si trova in "libri sommersi" pubblicati dai movimenti, da piccole case editrici, talvolta dagli autori a proprie spese, ma anche da enti locali, addirittura da alcune imprese o banche, da Università, Accademie. Dell'esistenza di questo straordinario patrimonio di "libri sommersi" ci si propone di dare notizia: in poco spazio, purtroppo, con brevi citazioni, ma, per quanto possibile, con l'indicazione di come i lettori possono procurasi tali libri, spesso gratuitamente.
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