Paolo Ferrero, "La truffa del debito pubblico" (DeriveApprodi, 2014, 150 pagine 12
euro
Piero Basso piero.basso@fastwebnet.it
L'autore comincia con una rassegna di tutto quello che governi,
stampa, televisioni ci hanno raccontato e continuano a raccontarci: che il
debito è il frutto dei nostri sperperi, furbi che scarichiamo il costo delle
nostre gozzoviglie sulle generazioni future.
Monti ci ha spiegato che la colpa è dei politici, che per
ottenere voti hanno promesso e concesso quello che non avrebbero potuto,
profittandone per rubare e sperperare in proprio.
E così anche Grillo, lega nord, gran parte della stampa.
Per fortuna l'Europa, con l'aiuto di Napolitano e Monti, ha
messo fine ai nostri stravizi. L'austerità non è solo una ricetta economica, ma
un percorso di ricostruzione morale. Le conquiste di cinquant'anni di lotte
diventano privilegi corporativi, rendite di posizione inaccettabili, il
"vecchio" che si oppone alla modernità, alle "riforme"
necessarie per lo sviluppo (o, leggera variante, che "ci chiede
l'Europa").