domenica 30 ottobre 2011

Pinferi, Guida ai luoghi di Marx

Ugo Pinferi, "Guida ai luoghi di Marx & Engels", La Giuntina, Via Ricasoli 26, 50122 Firenze, 1983, 62 pp.

Chi è interessato ai due grandi pensatori dell'Ottocento troverà molto utile e anche divertente questo libro che illustra i luoghi, sparsi per l'Europa, in cui Marx ed Engels, e molti loro compagni, sono nati, hanno studiato, hanno scritto, hanno tenuto comizi e sono morti. Sapevate che le ceneri di Engels sono state gettate in mare a Eastbourne, in Gran Bretagna ?

Sansoni e Garuglieri, Il Magra, 1993

Sansoni Giuseppe e Garuglieri Pier Luigi, "Il Magra. Analisi, tecniche e proposte per la tutela del fiume e del suo bacino idrografico", Wwf Sezione Lunigiana, Via XX Settembre 4, 54011 Aulla (MS); oppure Wwf Toscana, Via Canto dei Nelli 8, 50123 Firenze, 1993, 95 pp., senza indicazione di prezzo.

Raccomando la ricerca (non facile) e la lettura di questo libro a tutti coloro che sono interessati ai problemmi dei bacini idrografici. Il bacino idrografico del Magra-Vara, entrato dim propotenza allpattenzione degli Italiano dopo le nuove recenti (novembre 2011) e disastrose alluvioni, si stende per metà in Liguria e per metà in Toscana. Il libro, partendo dai problemi del Magra, espone i principali caratteri dei fiumi e dei relativi bacini, i fenomeni di erosione del suolo e di dinamica delle spiagge, e i risultati delle indagini sulla biologia e la chimica del Magra.

sabato 20 agosto 2011

Peis Concas, "Donne in miniera"

Iride Peis Concas, “Donne e bambine nella miniera di Montevecchio", Pezzini Editore

http://www.sardegnaminiere.it/le_donne_in_miniera.htm

Quando si parla di movimento operaio in miniera, dello sfruttamento inumano del lavoro nelle viscere della terra, del movimento di lotta non solo per il miglioramento delle condizioni di vita della classe operaia ma per il progresso civile, culturale ed economico di un intero territorio locale e regionale che ha caratterizzato Il bacino minerario sardo, spesso si dimentica di quale ruolo abbiano avuto le donne, le ragazze e, persino, le bambine che venivano assunte in miniera per fare un lavoro mal retribuito. Infatti nella logica della divisione del lavoro, le donne erano subordinate all'uomo; il loro ruolo era quello di cernitrici del minerale, quelle che spaccavano, sceglievano, insaccavano il minerale estratto, lavoravano nei piazzali che stavano davanti ai pozzi e alle gallerie.

venerdì 19 agosto 2011

M.Michelucci, "Filanda di Forno", 1992

Massimo Michelucci, ""Note storiche sulla Filanda di Forno", Brunello Ceccotti Editore, Via Aurelia  Sud  4, 54100 Massa , 1992, 153 pagine,

L'accesso ai libri sommersi è spesso un'avventura; proprio perché non si trovano nelle librerie e non sono recensiti dai giornali, bisogna trovarli per caso, talvolta sulle bancarelle di libri usati, talvolta abbandonati sul tavolo di marmo di un bar. E' così che sono entrato in possesso del libro di Massimo Michelucci, che racconta una pagina dimenticata dell'industrializzazione italiana.

Massa è una città della Toscana nord-occidentale nota, con la vicina Carrara, per le cave di marmo. E' attraversata da un fiume, il Frigido, che, come dice il nome, scende con le sue acque fredde dalle vicine montagne passando per strette valli. In una di queste si trova il paesino di Forno dove, dal 1880 agli anni trenta del Novecento, ha funzionato una filanda le cui macchine erano azionate da motori alimentati da una piccola cemtrale elettrica che sfruttava l'energia di un salto d'acqua del Frigido. Alla fine dell'Ottocento nel "Cotonificio Ligure di Genova. Stabilimento di Massa Forno", lavoravano ottocento operai, di cui 400 donne e 200 ragazze e ragazzi sotto i 15 anni. Molte operaie vivevano in una specie di caserma, il "convitto", vicino la filanda. Importante ricostruzione  di  una pagina della  storia  ecologica, industriale, operaia e politica del capitalismo italiano (1880-1942).La Filanda fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale ed è stata restaurata in parte dal Comune di Massa; si può visitare come testimonianza di archeologia industriale ed è sede di un centro di educazione ambientale.

Dello stesso autore si veda anche: "Le antiche fabbriche del ferro nella Valle del Frigido", Massa, Biblioteca Comunale, 1998, 174 pp.



giovedì 18 agosto 2011

Antartide, "Vacanze coi fiocchi"

Antartide, Centro Studi e comunicazione ambientale, "Vacanze coi fiocchi", 12a edizione, Bologna, Centro Antartide, Via Rizzoli 3, 40125 Bologna, info@vacanzecoifiocchi.it, giugno 2011

Piccola, divertente guida, rivolta specialmente ai ragazzi, di comportamento stradale, pubblicata ogni anno all'inizio dell'estate soprattutto in vista delle vacanze. In copertina un ineffabile Snoopy al volante invita a guidare con precauzione. Merita di essere conosciuta e diffusa.

lunedì 1 agosto 2011

Unione Geotermica Italiana, "La geotermia, ieri, oggi, domani"

Unione Geotermica Italiana, "La geotermia, ieri, oggi, domani", Pisa, 2006

Noi poveri terrestri ci arrabattiamo a cercare di strappare dalle viscere della Terra ogni anno undici miliardi di tonnellate di combustibili fossili, carbone, petrolio, gas naturale, e facciamo le guerre per conquistare o proteggere le miniere e i pozzi, e se non c’è energia a sufficienza le merci aumentano di prezzo, intere imprese falliscono e licenziano gli operai, e nelle nostre case rabbrividiamo di freddo o scoppiamo di caldo. E, nella nostra miopia, ci dimentichiamo di essere ospitati su un pianeta, un ammasso di rocce e acqua, che nasconde al suo interno delle grandissime masse di materiali caldissimi, a migliaia di gradi di temperatura, che “contengono” un quantità di energia equivalente a quella che sarebbe liberata da migliaia di miliardi di miliardi di tonnellate di petrolio o carbone. Questo calore è lì, nel profondo sottosuolo, da quando la Terra è stata lanciata nello spazio, quattro miliardi di anni fa, e lentamente scalda gli strati più vicini ai continenti e agli oceani e talvolta trova una fessura e arriva sulla superficie terrestre in forma di eruzione vulcanica o di getti di vapore acqueo caldo.

Stefano Belfiore, "Il Periplo del Mare Eritreo"

Stefano Belfiore, "Il Periplo del Mare Eritreo di anonimo del I sec. d.C. e altri testi sul commercio fra Roma e l'Oriente attraverso l'Oceano Indiano e la Via della Seta", Prefazione di Gianfranco Purpura, Società Geografica Italiana, Roma, 2004, 278 pp.

"In settembre ad Alessandria d'Egitto comincia a rinfrescare e spero di non soffrire troppo il caldo nel lungo viaggio che mi aspetta. Un tratto lungo il Nilo fino a Coptos, poi 350 chilometri di deserto, per raggiungere Baran, o Berenice come la chiamano, sul Mar Rosso, per imbarcarmi sulla nave che ho noleggiato, insieme a sei marinai. Da Berenice i venti ci spingono lungo il Mar Rosso, verso sud-est. Un po' di mirra conviene comprare a al-Bahr, la bianca Come, sulla costa dell'Arabia, perché è di buona qualità e posso venderla bene in India. Per comprare un po' d'avorio (che però non è tanto buono) bisogna invece che arrivi a Porto Sudan. La tappa successiva è Massaua, sulla costa dell'Eritrea, dove si trova avorio migliore e anche gusci di tartaruga e conchiglie con la cui madreperla si rivestono mobili pregiati. Al largo di Massaua ci sono le isole vulcaniche Dahlak in cui viene scavata l'ossidiana, pietra nera e dura, molto ricercata. Dopo 700 chilometri, attraversato lo stretto di Bab el-Mandeb, si arriva ad Aden dove si acquista mirra, cinnamono e altre spezie. Adesso comincia la traversata dell'oceano, verso l'India, la parte più dura del viaggio. Da Aden mi conviene navigare per 500 chilometri lungo le coste inospitali dell'Arabia meridionale fino ai pozzi del golfo di al-Qamar per rifornirmi di acqua e acquistare incenso di buona qualità; le popolazioni non sono cordiali e il clima è molto caldo benché si sia in novembre.

Maria Bettelli, "Seta e colori nell'Alto Medioevo"

Maria BETTELLI BERGAMASCHI, "Seta e colori nell'Alto Medioevo.Il Siricum del Monastero Bresciano di S Salvatore", 40128 Bologna, Cisalpino Istituto Editoriale universitario, 1994, 459 pp. Una presentazione a cura di Gigliola Soldi Rondinini e altri è stata pubblicata nella "Nuova Rivista Storica", anno 79, fascicolo II, 1995, p. 331-398

Il fascino del libro della dott. Bettelli sul siricum citato nel Polittico bresciano (1) sta nell'aver tratto innumerevoli spunti di osservazioni storiche, geografiche, economiche, urbanistiche e merceologiche, da poche righe di un documento del X secolo relativo ad alcune attività burocratiche e amministrative del Monastero di San Salvatore di Brescia.

Gli amministratori di questa potente struttura --- che possedeva estesi terreni coltivabili, castelli, villaggi, boschi e forse attività minerarie --- danno ordine a tredici dipendenti (manentes) di una località chiamata Chuma, di portare dieci libbre di una merce denominata siricum al mercato di Pavia e di venderla per 50 solidi da versare al Monastero.

domenica 31 luglio 2011

Franco Pedrotti, "Sulla storia della natura e dei parchi"

Franco Pedrotti, “Il fervore dei pochi. Il movimento protezionistico italiano dal 1943 al 1971”, Trento, Temi, 1998

Franco Pedrotti è professore di Ecologia nell’Università di Camerino (Macerata). Il libro traccia una storia dei primi (pochi) naturalisti che hanno propagandato, insegnato e attuato la difesa della natura in Italia. Dello stesso autore si vedano gli altri due libri difficilmente reperibili, ma importanti: “Alle origini del Parco Nazionale d’Abruzzo”, Camerino, L’Uomo e l’ambiente, 1988; “La Società Botanica Italiana per la protezione della natura”, Camerino, L’Uomo e l’ambiente. Per informazioni su questi libri raccomando di scrivere all’autore: franco.pedrotti@unicam.it