domenica 5 settembre 2010

Società degli Amici di Ronchi e Poveromo, Ronchi-Poveromo Natura e memoria

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Nella Toscana nord-occidentale c'è un rettangolo di costa, lungo quattro chilometri e largo poco più di uno, che prende il nome di Ronchi, per il suo carattere di bosco e macchia, e di Poveromo, per la presenza di un vecchio fosso scolmatore delle acque, a cui chi sa chi, ha dato questo strano nome. A chi osserva la costa dall'alto, questo rettangolo appare come una superficie verde, residuo di una successione di boschi, macchia mediterranea, dune e paludi, che si estendeva dalla foce della Magra fino a Livorno.

Col passare del tempo varie bonifiche, lo sfruttamento del legname dei boschi, le ondate successive di urbanizzazione costiera hanno tagliato e spezzettato gran parte di questo ecosistema la cui spiaggia era governata dalla forza delle onde e del vento, dal flusso delle acque e della sabbia dei tre grandi fiumi: Magra a nord, poi, a sud, Serchio e Arno. I quattro magici chilometri di Ronchi e Poveromo ancora negli anni trenta apparivano selvaggi, bellissimi e silenziosi tanto da attrarre scrittori, pittori, intellettuali. Se ne trovano tracce e ricordi negli scritti di Calamandrei, padre e figlio, di Alberto Savinio, di Prezzolini e di tanti altri.

giovedì 2 settembre 2010

Perché sommersi

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

C'è in Italia un incredibile spreco di conoscenze: solo una minima parte di quello che si scrive viene letto. Le librerie vendono per lo più i libri dei grandi circuiti commerciali e solo una piccola parte dei libri viene stampato dai grandi editori e finisce in libreria. La maggior parte degli scritti sull'ambiente --- dal dibattito teorico politico "verde", alle informazioni ecologiche, ai resoconti delle lotte per la difesa dell'ambiente e pacifiste, alla descrizione del territorio, delle valli e delle loro alterazioni --- delle opere sulla storia della tecnica e del lavoro, si trova in "libri sommersi" pubblicati dai movimenti, da piccole case editrici, talvolta dagli autori a proprie spese, ma anche da enti locali, addirittura da alcune imprese o banche, da Università, Accademie. Dell'esistenza di questo straordinario patrimonio di "libri sommersi" ci si propone di dare notizia: in poco spazio, purtroppo, con brevi citazioni, ma, per quanto possibile, con l'indicazione di come i lettori possono procurasi tali libri, spesso gratuitamente.