P. Bellucci, "Le
bioproteine. Esperienze e ricerche per una fonte alimentare alternativa",
Milano, Feltrinelli, 1980.
Nel corso degli anni Sessanta varie società petrolifere
hanno messo a punto dei processi microbiologici per far crescere dei lieviti
del ceppo Candida alimentandoli con gli idrocarburi delle frazioni
petrolifere meno richieste dal mercato. I lieviti essiccati avrebbero dovuto
servire, secondo le intenzioni degli inventori, come alimenti ricchi di
proteine - le cosiddette “bioproteine” - per l’alimentazione umana o, in via
subordinata, del bestiame.
Già nel 1973 un gruppo ecologico coordinato da Gianfranco
Amendola mise in evidenza che l’impresa
era sbagliata perché gli stabilimenti erano potenzialmente inquinanti e perché
le bioproteine ottenute dal petrolio contenevano componenti che le rendevano
inadatte sia per l’alimentazione umana, sia per l’alimentazione del bestiame.
Le due società mobilitarono come al solito vari “scienziati” e la stampa per
ribattere le critiche della contestazione, accusata di essere sobillata dagli
importatori di semi di soia!
Il problema fu oggetto di inchieste parlamentari e
la controversia fu chiusa nel 1978 dal Consiglio Superiore di Sanità che ha
dichiarato le bioproteine “non ancora consigliabili” per l’alimentazione di
animali della cui carne possano cibarsi gli esseri umani.
I due stabilimenti non hanno mai prodotto bioproteine; anzi
lo stabilimento di Saline Joniche non ha mai prodotto niente e resta, con le
sue strutture ormai arrugginite, un monumento alla miopia imprenditoriale e
allo sperpero di denaro pubblico. Per inciso, con l’aumento, a partire dal
1973, del prezzo del petrolio, ben prevedibile quando l’impresa è stata
avviata, la produzione delle bioproteine dal petrolio era insensata anche sul
piano economico e aziendale. In questo libro il giornalista Paolo Bellucci offre una documentata
descrizione delle lotte contro le bioproteine, riportando diligentemente e puntigliosamente le opinioni degli
“inquinatori” e dei loro scienziati, le argomentazioni dei contestatori e il
ruolo giocato dagli organi pubblici e dal governo nella controversia.
Allo stesso Paolo Bellucci si devono altri due bei libri sommerso:"Storia di una strada. I due secoli del valico dell'Abetone", Abetone (PT), 1980, Azienda autonoma di soggiorno e turismo dell'Abetone, 110 pp., e "I
Lorena in Toscana. Gli uomini e le opere", Firenze, Edizioni Medicea,
1984, 422 pp. e
Nessun commento:
Posta un commento