mercoledì 22 luglio 2015

H.Bessemer, Autobiografia

Henry Bessemer (1813-1898), "An Autobiography", 
https://archive.org/details/sirhenrybessemer00bessuoft

Vi figurate “la Repubblica” o “Il Corriere della Sera” – tanto per dire due quotidiani italiani a grande diffusione --- che pubblicano per intero una relazione scientifica su un nuovo metodo per produrre l’acciaio, con schemi e disegni e tutto ? oppure che descrivono nei dettagli tecnici una nuova invenzione per produrre semiconduttori o nuovi materiali ?

Eppure una cosa simile avvenne in Inghilterra con il quotidiano “The Times” il 14 agosto 1856 quando fu pubblicata integralmente la relazione presentata due giorni prima (badate anche alle date, eravamo alla vigilia di quello che per noi sarebbe il ferragosto) alla riunione della British Association a Cheltenham, da Henri Bessemer, studioso, inventore, imprenditore di cui quest’anno cade il centenario della morte.

Quel 1856 cambiò letteralmente il mondo: l’acciaio, da metallo costoso, divento’ un materiale che poteva essere prodotto a basso prezzo, in grandissima quantità e che poteva essere impiegato non piu’ solo per fabbricare cannoni, ma per fabbricare traversine ferroviarie, caldaie, locomotive, travi, ponti, navi, macchine tessili, eccetera.

Bessemer, che era nato nel 1813, ha raccontato lui stesso la propria vita, o meglio, la propria avventura umana, in una affascinante “autobiografia”

All’invenzione del “processo” che oggi porta il suo nome,  Bessemer arrivò dopo una serie di invenzioni e di imprese nel campo della fusione del vetro e di altri metalli. Ma era l’acciaio il materiale strategico per eccellenza a cui occorreva prestare attenzione, tanto più che in quella metà del secolo scorso l’Inghilterra poteva fabbricarlo soltanto importando il costoso ferro dolce svedese. Varie fabbriche producevano la ghisa, per reazione, nell’altoforno, fra il minerale di ferro e il  carbone; ma la ghisa è una lega di ferro con un contenuto di carbonio troppo alto (circa il 3 - 4 %) per cui risulta fragile e di limitato impiego. Per trasformare la ghisa in acciaio bisognava diminuire il contenuto in carbonio della lega fino a circa l’uno per cento.

Bessemer, dopo vari altri tentativi, costruì un forno fatto a pera, con una stretta apertura in alto, rivestito all’interno da mattoni refrattari. Il forno poteva essere fatto ruotare intorno a un asse orizzontale, per cui la bocca poteva, a volta a volta, essere rivolta verso l’alto, oppure verso il basso.

Sul fondo della ”pera” erano aperti dei fori attraverso i quali poteva essere fatta entrare aria. Quando il forno era verticale, attraverso la bocca veniva versata ghisa fusa, estratta direttamente dall’altoforno: a questo punto veniva insufflata aria: l’ossigeno bruciava il carbonio presente nella ghisa e nella reazione si liberava calore che teneva allo stato fuso l’acciaio a mano a mano  che si formava dalla ghisa. In 15 minuti la reazione era finita e il forno veniva inclinato verso il basso in modo da far uscire l’acciaio fuso.

Il processo funzionava senza consumo di energia (i problemi ecologici non li abbiamo mica inventati noi !) ed appariva, in quel tempo, una cosa così straordinaria da meritare, come si accennava all’inizio, l’attenzione del più diffuso e popolare quotidiano inglese. Non c’è dubbio che il processo Bessemer contribuì, più di qualsiasi altra invenzione, alla nascita della società industriale moderna e del capitalismo.

Il processo Bessemer non era perfetto: non riusciva a trattare le ghise fosforose della Lorena, un problema risolto da Sidney Thomas (1850-1885) che ricoprì l’interno del convertitore Bessemer con mattoni di calcare. Per produrre acciaio dai rottami  il francese Pierre-Emile Martin (1824-1915) inventò, nel 1865, il forno che si chiama ancora Martin-Siemens e che e’ un vero e proprio sistema di riciclo “ecologico” dei materiali. Infine, negli anni cinquanta di questo secolo, fu inventata la variante LD del forno Bessemer che può trasformare in acciaio sia la ghisa sia i rottami, e che e’ basata sul passaggio, attraverso la massa fusa, di ossigeno puro, anziché di aria: è il processo oggi usato in tutto il mondo.

Ho voluto ricordare Bessemer perché spesso ci si interroga sul futuro economico del nostro paese, sulle possibili occasioni di occupazione di coloro che oggi siedono sui banchi di scuola, ma troppo spesso ci si dimentica che il progresso economico e anche sociale e il lavoro dipendono da quello che si produce e da come si produce e la scuola potrebbe utilmente rilanciare (anche con la storia, dato che la merceologia è ormai defunta) il gusto e la meraviglia per l’invenzione e la cultura materiale.




Nessun commento:

Posta un commento