Ce
ne siamo dimenticati, ma le meraviglie ottenibili dai moderni potentissimi
computers, anche domestici, sono possibili grazie ad un enorme numero di
operazioni elementari, semplicissime, proprio come quelle che avvengono nella
trasmissione del pensiero umano. Mezzo secolo fa ci si chiedeva se i
calcolatori elettronici, allora rudimentali, avrebbero potuto, un giorno,
emulare il pensiero umano, giocare a scacchi sconfiggendo un grande campione,
dare suggerimenti sull’andamento della borsa e sullo svolgimento di una
battaglia. Raccomando la lettura del libro di Wiener, “Introduzione alla
cibernetica”, pubblicato da Boringhieri nel 1953.
La
persona che portò la “cibernetica” all’attenzione dell’opinione pubblica
italiana non fu un ingegnere o un professore universitario, ma Silvio Ceccato,
laureato in lettere e diplomato in composizione musicale. Ceccato, nato nel
1914 a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, della famiglia degli
industriali delle pompe e dei compressori, nell’immediato dopoguerra conobbe e
venne a contatto con i padri fondatori della cibernetica e cominciò a scrivere
articoli divulgativi e libri su questa nuova maniera di vedere il mondo: la
cibernetica degli anni cinquanta è stata un po’ come l’ecologia dei primi anni
settanta.
Ceccato
era riuscito a far creare, nell’Università di Milano, un “Centro di
cibernetica” che fu poi chiuso. Ceccato si sforzò di applicare la cibernetica
alle attività linguistiche, a spingere all’uso corretto delle parole: sono
celebri le sue conversazioni con i bambini delle elementari, descritte in
numerosi articoli apparsi sul quotidiano “il Giorno” (fino a quando il giornale
non sospese la sua rubrica) e poi raccolti nei tre volumi di “Cibernetica per
tutti”, pubblicati da Feltrinelli.
Negli
anni cinquanta era molto vivace il dibattito sulla traduzione automatica delle
lingue: era il periodo della guerra fredda e gli americani erano disposti a
spendere molti soldi alla ricerca di un mezzo rapido per tradurre i testi dal
russo in inglese. Tale traduzione può avvenire, come avviene oggi, per “forza
bruta”, creando dei grandi dizionari a cui accedere con potenti calcolatori
elettronici: le incongruenze sono poi risolte a mano da qualcuno capace di
riconoscere se “spirito” è quello dell’anima o è una soluzione alcolica.
E’
già qualcosa, ma Ceccato si propose invece di capire la correlazione fra le
parole, una strada che riscosse una grande, ma breve attenzione. I soldi
americani cessarono, il mondo universitario ridicolizzò e respinse questo
personaggio e ormai gli studi di Ceccato rappresentano una rarità bibliografica
--- fino a quando qualcuno non li scoprirà, adesso che Ceccato è morto, nel
dicembre 1997, a ottantatre anni.
Ceccato
studiò il meccanismo con cui l’occhio umano guarda un oggetto. Ci avete mai
pensato ? davanti ad una persona guardate prima gli occhi, o i capelli, o la
bocca, o il vestito ? Ceccato spiegò a tutti, lettori di giornali, studenti,
insegnanti, gli zig-zag con cui gli occhi di una persona guardano un’altra
persona, o un quadro, per cercare
somiglianze e diversità con altri. Ceccato costruì un “frammento di cervello di
Adamo II” che fu presentato alla prima mostra dell’automazione a Milano, nell’aprile 1957. La macchina è poi
scomparsa, ma sono rimasti foto e disegni (ma ormai, dopo la morte di Ceccato,
chi sa dove ?): l’intera storia è raccontata nel libro “Il perfetto filosofo”,
pubblicato da Laterza nel 1988.
Fino
agli anni sessanta Ceccato fu ricercato per conferenze e trasmissioni
televisive; nel 1964 venne a Bari a tenere alcuni seminari agli studenti sia di
economia, sia di lingue (che allora appartenevano alla stessa Facoltà). Ceccato
ottenere un insegnamento di linguistica applicata a Milano, ma in seguito gli
fu negata la cattedra di professore associato e gli furono progressivamente
chiuse le porte di giornali, delle riviste, dell’insegnamento. Il mondo
accademico e universitario non gli perdonò mai l’indipendenza economica, il
successo mondano, l’indifferenza verso la scienza ufficiale, la sua ironia. Un sentimento ben espresso nelle parole con cui Ceccato conclude il libro: "Cibernetica per tutti", Milano, Feltrinelli, 1968: "Il pensiero esposto in questo volume non ha pagato i pedaggi dell'amministrazione della filosofia e della scienza: Se il lettore lo ha trovato di suo gradimento, un grazie vada anche alla memoria dei miei genitori, cui dovetti tanta libertà".
Nuove
falangi di ingegneri e matematici si occupavano di cibernetica, nuove leve di
umanisti e filosofi si occupavano di linguistica. Dagli anni settanta in avanti
Ceccato si dedicò a diffondere la serenità e il sorriso: a questo tempo risale
il suo libro: “L’ingegneria della felicità” e la collaborazione a trasmissioni
e giornali “popolari”. Ricordo un suo articolo del 1994 in cui denunciava che i
libri di Cesare Musatti, padre della psicanalisi in Italia, erano finiti sulle
bancarelle. Dove sono, e dove finiranno, le carte e i libri di Ceccato ?
Fortunatamente alcuni estimatori hanno creato dei preziosi siti in cui sono riprodotti alcuni degli scritti di Ceccato: http://www.methodologia.it/ a cura di Felice Accame, e http://fuoripista.webs.com a cura di Mario Marchitti, le fonti dei successivi collegamenti:.
Silvio Ceccato, "Prima lettera ad un amico",
http://fuoripista.webs.com/LETTERA.RTF
Silvio Ceccatp "L'ingegnere della felicità", Rocca, 1 luiglio 2010
http://casacibernetica.files.wordpress.com/2012/04/rocca-cazzato.pdf
Silvio Ceccato, Il
gioco del teocòno, "Methodos", 1949, poi Milano, la Fiaccola 1949 ?,
Milano, All'indegna del pesce d'oro, 1971
http://fuoripista.webs.com/teocono.htm
http://fuoripista.webs.com/teocono.htm
Silvio CECCATO - Il Teocono - 1949
Silvio Ceccato, La mente vista da un cibernetico, Torino, Eri, 1972
http://fuoripista.webs.com/CIBERNETICA.DOC
Silvio Ceccato, La mente vista da un cibernetico, Torino, Eri, 1972
http://fuoripista.webs.com/CIBERNETICA.DOC
Silvio Ceccato, "Prima lettera ad un amico",
http://fuoripista.webs.com/LETTERA.RTF
Silvio CECCATO - Automatic
Translation of Languages - 1964
Silvio CECCATO - Modificazioni ed innovazioni - 1965
Silvio CECCATO - Brain Mechanisms of Learning: Psychological Approach - 1966
Silvio CECCATO - Freud oggi: considerazioni di indole metodologica - 1970
Silvio CECCATO - Modificazioni ed innovazioni - 1965
Silvio CECCATO - Brain Mechanisms of Learning: Psychological Approach - 1966
Silvio CECCATO - Freud oggi: considerazioni di indole metodologica - 1970
Silvio Ceccatp "L'ingegnere della felicità", Rocca, 1 luiglio 2010
Aggiungo un breve articolo: Silvio Ceccato, "La Signora Biblioteca", "Visto", n. 32, 12 agosto 1994
http://www.fondazionemicheletti.it/altronovecento/articolo.aspx?id_articolo=7&tipo_articolo=d_eventi&id=50
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