venerdì 19 agosto 2011

M.Michelucci, "Filanda di Forno", 1992

Massimo Michelucci, ""Note storiche sulla Filanda di Forno", Brunello Ceccotti Editore, Via Aurelia  Sud  4, 54100 Massa , 1992, 153 pagine,

L'accesso ai libri sommersi è spesso un'avventura; proprio perché non si trovano nelle librerie e non sono recensiti dai giornali, bisogna trovarli per caso, talvolta sulle bancarelle di libri usati, talvolta abbandonati sul tavolo di marmo di un bar. E' così che sono entrato in possesso del libro di Massimo Michelucci, che racconta una pagina dimenticata dell'industrializzazione italiana.

Massa è una città della Toscana nord-occidentale nota, con la vicina Carrara, per le cave di marmo. E' attraversata da un fiume, il Frigido, che, come dice il nome, scende con le sue acque fredde dalle vicine montagne passando per strette valli. In una di queste si trova il paesino di Forno dove, dal 1880 agli anni trenta del Novecento, ha funzionato una filanda le cui macchine erano azionate da motori alimentati da una piccola cemtrale elettrica che sfruttava l'energia di un salto d'acqua del Frigido. Alla fine dell'Ottocento nel "Cotonificio Ligure di Genova. Stabilimento di Massa Forno", lavoravano ottocento operai, di cui 400 donne e 200 ragazze e ragazzi sotto i 15 anni. Molte operaie vivevano in una specie di caserma, il "convitto", vicino la filanda. Importante ricostruzione  di  una pagina della  storia  ecologica, industriale, operaia e politica del capitalismo italiano (1880-1942).La Filanda fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale ed è stata restaurata in parte dal Comune di Massa; si può visitare come testimonianza di archeologia industriale ed è sede di un centro di educazione ambientale.

Dello stesso autore si veda anche: "Le antiche fabbriche del ferro nella Valle del Frigido", Massa, Biblioteca Comunale, 1998, 174 pp.



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